Qualche considerazione sull’editoria italiana

Redazione

Il mondo dell’editoria italiana é davvero complesso. In questa mia breve esperienza credo che possiamo racchiudere le case editrici in tre categorie:
– Piccole con editori veri: credono in quello che fanno e danno l’anima per la pubblicazione di ogni singolo libro perché sanno che il successo dell’autore é il successo della casa editrice, e della cultura che è speranza.
– Aziende: l’unica cosa che interessa sono i numeri.
– Quelle da evitare: magari con una storia importante alle spalle che prima se la tirano dandosi arie d’altri tempi, poi dopo mille tira e molla, ti dicono che sono felici di pubblicare il tuo lavoro con tanto di firma su carta intestata ma ti chiedono un contributo per la stampa manco se fossimo in copisteria. Comportamenti che non li distinguono da quegli editori, più piccoli, che pubblicano a pagamento opere e volumi che generalizzando quasi nessuno pubblicherebbe.
Ho avuto la fortuna di pubblicare e condividere progetti con le prima due e non sarò mai grato abbastanza (soprattutto ad Ottavio Navarra) a quegli editori che ci mettono la faccia, il tempo e i soldi soprattutto la dignità e la speranza.
Scusatemi questa considerazione, che poi è uno sfogo, ma sono davvero caduto dalle nuvole nelle settimane scorse quando un editore molto conosciuto, si è presentato con un bellissima lettera formale, come quelle che dicono le cose importanti, e poi allegava un preventivo dove specificava un pagamento da parte dell’autore, cioè io, di una cifra spropositata.
E pensare che esistono persone che sono disposti ad accettare tutto questo.