Molini del Ponte e grani antichi, un binomio indissolubile

Redazione

Nei giorni scorsi sono stato in visita da Molini del Ponte, a pochi chilometri dal Parco Archeologico di Selinunte, per conoscere più da vicino questa bella realtà siciliana che grazie al titolare Filippo Drago è stimata in tutto il mondo grazie all’impegno nel recupero dei grani antichi e della loro biodiversità.

In azienda ci accoglie il nipote Fabio Billeri, appena tornato da un alcuni appuntamenti in Canada mentre lo zio Filippo si trova a Milano alla Fiera Internazionale del Food‎ insieme ad alcuni dipendenti: “questi mulini risalgono alla fine dell’800 ed erano di mio nonno”, precisa subito. E poi aggiunge:“purtroppo in molti non lo sanno ma la peculiarità del pane nero di Castelvetrano sta nei grani utilizzati, di cui quello di tumminia ha un ruolo importantissimo insieme a quella di grano duro siciliano”.

Tumminia, Biancolilla, Russello, Bidì, Perciasacchi, Maiorca: i  grani antichi che Molini del Ponte macina hanno nomi che affascinano, tutto grano siciliano coltivato in Sicilia che, prima di essere macinato a pietra a bassa velocità, subisce un trattamento di selezione davvero accurato.

Fabio racconta con passione e un orgoglio che il grano è un po’ come il vino: “il suo profumo originario, il suo sapore arricchito dagli aromi delle erbe spontanee, dipende dal campo in cui è coltivato per questo quando si parla di grani antichi bisognerebbe specificare non solo la tipologia ma anche la zona di coltivazione”.

Pietra e tecnologia, innovazione e avanguardia, recupero dei grani antichi di Sicilia costituiscono le linee guida che accompagnano l’attività di lavorazione del grano, di produzione delle semole e delle farine di eccellenza e di tutti i progetti di Molini del Ponte.

Chiedo quanti ristoratori e panificatori siciliani comprano le loro farine e la loro pasta ma risponde che purtroppo non sono in molti e per chi vende prodotti siciliani più in Canada che nella sua terra (dove viene consumato tantissimo grano canadese) è davvero un bel paradosso. Sottolinea che la maggior parte degli ordini arrivano dalla Lombardia, Veneto e da diverse aree del mondo, nonostante i consumatori di oggi siano molto attenti alle materie prime.

Tra i ristoranti che utilizzano le farine e la pasta di Molini del Ponte va sicuramente ricordata l’Hostaria del Vicolo di Sciacca, dove vado a cenare il giorno dopo la visita in azienda. In sala Nino Bentivegna propone tra i piatti del giorno uno spaghetto di grani antichi di Molini del Ponte con gli ultimi carciofi spinosi della stagione e dei gamberi rosa pescati in giornata. Una delizia per il palato, e per lo stomaco.